Mes chers compatriotes,
Dieci anni fa, il 7 gennaio 2015, i due fratelli Chérif et Saïd Kouachi, aprono il fuoco nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo, nell’XI°arrondissement della capitale. 12 persone, di cui 8 membri della redazione, perdono la vita.
L’attentato terrorista, rivendicato da un ramo di Al-Qaida, non ha il tempo di scuotere il paese che altri due attacchi seguono l’8 e il 9 gennaio. Un prequel di quel colpo ancora più duro sferzato 7 mesi dopo, il 13 novembre 2015, in vari punti della capitale e che inaugura la stagione infelice degli attentati jihadisti in Europa.
Charlie Hebdo subiva da anni minacce per via delle vignette controverse in cui prende di mira le religioni, tra cui quella musulmana. Dopo la pubblicazione, nel 2006, di una serie di 12 caricature su Maometto, il giornale diventa esplicitamente un bersaglio.
Gli attentatori si radicalizzano in carcere proprio in quegli anni. Uno schema ricorrente, che si rivela però ai servizi segreti francesi solo dopo il tragico evento: «il terrorismo nasce sempre dall'incontro tra un teatro di jihad, dove le persone si radicalizzano, e una situazione di degrado, che facilita il reclutamento», spiega un ex agente della lotta contro il terrorismo a Le Monde.
L’attacco contro Charlie Hebdo da il via a una delle prime campagne virali sui social dell’epoca: l’hashtag #JesuisCharlie e l’immagine della scritta chiara su sfondo nero si diffondono a macchia d’olio. Quattro milioni di francesi scendono in piazza per sostenere la libertà di stampa in quella che passerà alla storia come la più grande manifestazione del paese.
Dieci anni dopo, una commemorazione avrà luogo alle 11:30 davanti alla vecchia sede del giornale, mentre Charlie Hebdo esce in edicola con un numero speciale di 32 pagine, che invita il lettore o la lettrice a «ridere di Dio». Ma anche a riflettere su cosa rimane oggi della libertà di disegnare. Solo qualche giorno fa Ann Telnaes del Washington Post si è dimessa dopo il rifiuto della redazione di pubblicare una vignetta su Jeff Bezos, patron di Amazon e proprietario del giornale.
Le vignette di Charlie Hebdo non piacciono a tutti e quasi la metà dei giovani è convinta, col senno di poi, che il giornale sia andato troppo lontano. Eppure gli illustratori si pongono un limite: «quel limite è la legge».
Se la questione vi sta a cuore, leggete l’ottima intervista su Le Monde di due storici oppure sintonizzatevi questa sera su France 2. Potrete chiedere in diretta agli ospiti, tra cui la disegnatrice Coco e il caporedattore Riss, sopravvissuti all’attentato, cosa ne pensano. Basta mandare la vostra domanda qui, compilando il formulario.
[📺 Una piccola innovazione nel campo della tv, missione che si è data anche Chiara Piotto su Sky ogni domenica alle 21 con il suo nuovo programma Connessi, che vi consiglio di guardare.]
Buongiorno da Torino Parigi, sono le 8 di martedì 7 gennaio 2025 e questa è la prima edizione di burrosalato dell’anno. Vi auguro di realizzare l’impossibile!

🥐 burrosalato esiste grazie a voi
Burrosalato è un progetto editoriale indipendente nato nel 2021, quando ho capito che la mia rassegna stampa mattutina poteva interessare anche altre persone: giornalisti/e, expat che vivono in Francia o semplici appassionati/e di Parigi e del resto del paese.
Se burrosalato vi piace e questi assaggi vi aiutano a scoprire la Francia e i francesi, potete sostenermi con una donazione. In questo modo posso dedicare più tempo ed energie al progetto e proporvi contenuti nuovi e approfonditi. Non temete: l'accesso resterà gratuito. Grazie di cuore per il vostro supporto!
1_Impossibile non è francese_
È questo il nuovo mantra di Emmanuel Macron che, dopo aver elencato tutti i successi del 2024 nel suo discorso di fine anno, ha ammesso - in un momento di rara lucidità - che lo scioglimento dell’Assemblée nationale è stato uno sbaglio.
Una decisione che ha portato a «più divisioni in parlamento, che soluzioni per i francesi, più instabilità che serenità». Tra i buoni propositi del 2025, il presidente chiede quindi di rimediare ai suoi errori in un atto di «ripresa collettiva». Seguendo tre parole d’ordine: unità, determinazione e fratellanza. Se vi siete persi i suoi auguri, recuperateli quaggiù ⬇️
Più che al popolo, il messaggio di Emmanuel Macron è rivolto al governo, riunitosi per la prima volta in Consiglio dei ministri venerdì 3 gennaio. All’ordine del giorno: l’adozione di un bilancio per il 2025, la ricostruzione di Mayotte, le misure per sostenere gli agricoltori e la riforma delle pensioni, che la sinistra chiede di sospendere o abrogare, pena la sfiducia, già promessa dalla France insoumise.
Martedì prossimo, il 14 gennaio, il premier François Bayrou pronuncerà l’atteso discorso di politica generale, in cui elencherà le priorità del suo governo e la modalità con cui intende collaborare con i deputati.
2_Sarkozy: dalla spiaggia alla sbarra_
Anno nuovo, vecchie abitudini.
Condannato a tre anni di reclusione, di cui uno sotto sorveglianza elettronica, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è tornato in un’aula di tribunale lunedì 6 gennaio, dopo una breve scappatella di capodanno alle Seychelles.
Questa volta il marito di Carla Bruni Tedeschi dovrà rispondere delle accuse di «corruzione passiva, associazione a delinquere e finanziamento illecito della campagna elettorale presidenziale del 2007», durante la quale avrebbe stretto un patto di corruzione con l’allora leader della Libia, Muʿammar Gheddafi, per 50 (?) milioni di euro. La somma si conoscerà forse nel corso del processo, dopo oltre 10 anni di indagini dal giorno in cui il sito d’inchieste Mediapart ha svelato alcuni documenti segreti del regime libico.
Oltre a Nicolas Sarkozy, che all’epoca era ministro dell’Interno, sono chiamati alla sbarra altri quattro politici francesi e una serie di intermediari e loschi uomini d’affari tra cui Ziad Takieddine, imprenditore franco-libanese e principale accusatore dell’ex presidente.
Nicolas Sarkozy rischia fino a 10 anni di carcere.
3_La fortuna premia gli Audiard_
Nella notte della cerimonia dei Golden Globes di domenica 5 gennaio, le stelle francesi hanno brillato.
Emilia Perez, lungometraggio del regista Jacques Audiard già vincitore del Prix du Jury al Festival di Cannes, si è portato a casa quattro mappamondi d’oro, tra cui il premio per la miglior commedia.
Quello di Jacques Audiard, ormai settantaduenne, è un concentrato eterogeneo di narcotraffico, transizione di genere e musica, girato negli studios di Bry-sur-Marne, nella periferia parigina, con Zoe Saldana, Karla Sofía Gascón e Selena Gomez.
Anche The Substance, il body horror di due ore e mezza della regista francese Coralie Fargeat, ha trionfato grazie a Demi Moore nella categoria miglior attrice protagonista.
La storia d’amore che lega i francesi al cinema è unica, tant’è che le sale d’Oltralpe sono le uniche a registrare un aumento della frequentazione rispetto al 2023. La pioggia ha fatto anche cose buone.
Secondo il bilancio del Centre national du cinéma et de l’image animée (CNC) pubblicato il 31 dicembre 2024, i cinema francesi hanno registrato 181 milioni di ingressi, un milione in più rispetto al 2023. Un dato in controtendenza rispetto agli Stati Uniti, al Regno Unito, alla Corea del Sud o alla Germania, che ha perso il 7% del pubblico.
A trainare il mercato sono state soprattutto le produzioni proprie. Nella Top 3: Un p’tit truc en plus, commedia con al centro delle persone disabili, che ha attirato 10 milioni di spettatori, seguito a ruota dal Conte di Montecristo interpretato da Pierre Niney e l’Amour ouf di Gilles Lellouche (4,7 milioni).
4_La muta del TGV_
Sulle carrozze rosa e azzurre dei treni Ouigo, la filiale low cost della compagnia ferroviaria francese, non viaggiano solo passeggeri, ma anche scarafaggi e pulci. A denunciare lo stato «deplorevole» della flotta, lanciata nel 2013, sono gli stessi sindacati dei ferrovieri.
La direzione del gruppo, consapevole del problema, sostituirà progressivamente, fino al 2027, tutti i treni, dotandoli en passant di sedili più comodi e una presa elettrica per ogni passeggero.
Ma per competere con i più moderni Frecciarossa, che da quest’estate circoleranno anche tra Parigi e Marsiglia, la SNCF punta tutto sul nuovo modello TGV M, previsto inizialmente per le Olimpiadi di Parigi del 2024, ma ritardato di circa un anno.
La compagnia francese ha acquistato 115 unità del TGV del futuro, capaci di aggiungere o rimuovere facilmente le carrozze e di viaggiare anche in caso di guasto fino alla stazione successiva, per evitare ingorghi sulla rete.
5_Reddito di occupazione_
Dal 1° gennaio 2025 i percettori del reddito di solidarietà attiva (Rsa) - quell’indennità di 635 euro garantita a chi non ha risorse né svolge un’attività, dovranno dedicare tra le 15 e le 20 ore alla settimana a cercare un lavoro, impegnarsi in una formazione o svolgere uno stage.
Una legge che ha suscitato l’indignazione online - «schiavitù moderna», «lavori forzati» - ma che secondo France Travail, l’organismo incaricato di ridurre la disoccupazione, non fa che seguire lo stesso principio di chi percepisce il reddito di disoccupazione dopo aver perso il lavoro: favorire il reinserimento professionale.
L’ente specifica che le 15 ore settimanali non sono un vero e proprio obbligo e che, in base alla situazione personale, la misura può essere sospesa o ridotta. Ma è un po’ la strategia del bastone e della carota. Il testo di legge stabilisce infatti che nel caso in cui il beneficiario «si rifiuta o non rispetta in tutto o in parte i termini del contratto senza una ragione valida», il presidente del Consiglio dipartimentale potrà sospendere l’erogazione del sussidio.
In Francia, quasi 2 milioni di persone percepiscono l’Rsa.
_Da non perdere_
I 150 anni dell’Opéra Garnier 🎭
Cos’hanno in comune l’Opéra Garnier e Charlie Hebdo?
Nulla a prima vista, eppure entrambe le loro vite sono state segnate da un attentato.
La storia del teatro più celebre di Parigi comincia in un certo senso quel 14 gennaio 1858: mentre si recano all’opera, situata al tempo nell’angusta Rue Peletier, Napoleone III e sua moglie Eugénie subiscono un attacco da parte del cospiratore rivoluzionario italiano Felice Orsini, da cui escono miracolosamente indenni.
Dopo il fallito attentato, in cui morirono comunque 8 persone, l’imperatore decide di offrire ai parigini un teatro in un luogo più aperto e sicuro, che il barone Haussmann ha già individuato al fondo di una nuova arteria larga 30 metri che sventrerà Parigi: l’Avenue de l’Opéra.
Tra i 171 progetti proposti, non sarà quello del favorito Viollet-le-Duc - lo stesso della guglia di Notre-Dame - a vincere, bensì il disegno di un giovane architetto di 35 anni, Charles Garnier. Che la sera della prima, è vittima di una dimenticanza da parte delle autorità e rischia di dover pagare il proprio posto, se non fosse per la folla che lo riconosce e lo acclama.
Napoleone III, invece, dopo aver sborsato 36 milioni di franchi d’oro - circa 329 milioni di euro - per portare avanti il cantiere, non lo vedrà mai realizzato poiché muore nel 1873, due anni prima dell’inaugurazione.
Da 150 anni, l’imponente silhouette dell’Opéra Garnier - 11.000 m² di superficie - troneggia sopra i tetti della capitale francese. Un’enorme pubblicità copre la facciata del teatro da oltre due anni, ma permette di finanziarne il restauro - rileggete burrosalato #62.
In occasione dell’anniversario, una serata di gala è prevista per il 24 gennaio 2025, trasmessa in diretta su France 5.
_La parola dell’anno_
Ubuesque / grottesco, strampalato
L’etimologia di ubuesque non va cercata nel greco antico o nel latino, ma nei romanzi di Alfred Jarry, scrittore francese vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo e autore dell’opera teatrale Ubu roi.
Protagonista della pièce, padre Ubu: «capitano dei draghi, ufficiale di fiducia di Re Venceslao e dottore in patafisica», un personaggio meschino, vigliacco e avaro, sintesi di tutti i vizi più bassi dell’essere umano. Al suo fianco, madre Ubu, manipolatrice e perfida, che finirà per sottrarre le ricchezze al marito.
Alfred Jarry è un precursore del teatro dell’assurdo e di quella corrente letteraria surrealista, da cui nasceranno anche i racconti di Italo Calvino o Umberto Eco.
L’aggettivo ubuesque nasce per antonomasia e evoca il lato grottesco, crudele, cinico e oltraggioso di padre Ubu. Un’alternativa altrettanto valida ma con un’accezione positiva è burlesque.
Per oggi è tutto, burrosalato torna martedì 14 gennaio 2025.
Condividete questo link con amici e amiche, colleghi/e e amanti della Francia oppure lasciate un cuore qui sotto se vi piace la newsletter ❤️
Grazie
per aver assaggiato tutto burrosalato anche oggi!
Sono Daniel Peyronel, giornalista et editor scientifico nato a Torino e ormeggiato a Parigi dal 2018. Scrivo di clima, società e di Francia, soprattutto. Cercare le notizie, spremerle e mescolarle in questo breve concentrato di attualità mi diverte. Spero che per voi valga lo stesso!
Se avete saltato dei punti non vi preoccupate, se alcune notizie non vi interessano proprio è normale. Quello che conta è che vi sia rimasto un sapore, un ricordo della Francia e che, quando ne sentirete la voglia, potrete trovarmi qui nella vostra mail, ogni martedì mattina.
À bientôt!